La citta' capoluogo del Friuli Venezia Giulia, incuneata tra il mare e la montagna, esibisce
numerose testimonianze della sua origine medievale:
la basilica romana, la fortezza e la
cattedrale, la cui abside e' decorata da pregiati mosaici.
Il passato piu' recente della
citta', la sua tradizione asburgica cosi' come il suo leggendario cosmopolitismo sono evidenti
nel centro cittadino, dove eleganti edifici neoclassici e palazzi in Jugendstil fiancheggiano
le strade e si ergono chiese di diverse confessioni.
A pochi minuti in autobus dal centro
si trova il romantico castello di Miramare, edificio che sembra tratto da una favola, circondato
da parchi lussureggianti e bagnato dalle limpide acque della riserva naturale marina, posta
sotto la tutela del WWF.
Sempre nelle vicinanze di Trieste si puo' visitare la Grotta Gigante, la piu' grande grotta
del mondo tra quelle aperte al pubblico, e Muggia, cittadina istriana ricca di fascino, il
cui centro e' circondato dalle rovine delle mura medievali.
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Cuore e simbolo della terra friulana. Il suo passato medievale e veneziano rivive nelle piazze, negli edifici e nei monumenti.
Il centro della citta' e' piazza Liberta', che, sovrastata dall'imponente collina del castello e contraddistinta dalla loggia del Lionello e dalla splendida torre campanaria, non viene definita a torto ''la piu' bella piazza veneziana sulla terraferma''. Nei palazzi e nelle chiese della citta' si trovano numerose straordinarie opere dell'artista Giovanbattista Tiepolo (XVIII secolo), cosi' che Udine viene anche chiamata ''la citta' del Tiepolo''.
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Famosa soprattutto per l'ottimo prosciutto crudo, la cittadina collinare di San Daniele e' anche ricca di edifici storici. Tra i piu' importanti il duomo, risalente al XVIII secolo, la chiesa gotica di Sant'Antonio e la biblioteca Guarneriana.
Non lontano, a Spilimbergo, si trova la scuola Mosaicisti del Friuli, di fama mondiale. Tra i numerosi edifici di importanza storica il Palazzo Dipinto del XV secolo, una delle costruzioni di epoche diverse che formano il complesso del castello.
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Villa Manin, una delle piu' belle ville in stile veneziano, risalente al XVIII secolo e circondata da un vasto parco, e' oggi sede di mostre e manifestazioni prestigiose. E' qui che nel 1797 Napoleone Bonaparte firmo' il Trattato di Campoformio, con cui cedeva gran parte dei territori della Repubblica di Venezia all'Austria.
Queste due piccole cittadine furono quasi completamente distrutte dal terremoto del 1976, che costo' la vita anche a migliaia di persone. Oggi, grazie ad una attenta ricostruzione, hanno ritrovato il loro originario splendore. A Gemona si possono ammirare nuovamente il municipio con la loggia a tre archi e il duomo di S.Maria Assunta, divenuto il simbolo della rinascita friulana dopo il terribile evento naturale. Venzone, piccolo paese medievale, presenta interessantissimi edifici in stile gotico, una solida cinta muraria e, annessa al duomo, la cappella del XIII secolo dove ancora sono conservate delle mummie.
Fu fondata nel 50 a. C. da Giulio Cesare e divenne piu' tardi la capitale del primo ducato longobardo in Italia. Nei musei archeologico e cristiano si possono ancora ammirare importanti testimonianze storiche. Di particolare interesse inoltre il famoso Tempietto Longobardo e il Ponte del Diavolo (XV secolo), simbolo della citta'.
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Fortezza rinascimentale con la caratteristica forma di una stella a nove punte, circondata da massicci bastioni veneziani e fortificazioni francesi. Notevole soprattutto la piazza esagonale al centro della citta'.
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La basilica dell'antica colonia romana offre al visitatore uno spettacolo senza precedenti: il pavimento a mosaico piu' grande e antico del cristianesimo. Di estremo interesse storico gli scavi, il museo archeologico nazionale, il museo paleocristiano e quello del Patriarcato.
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Meta fra le più importanti di tutto il circuito turistico internazionale è una citta' meravigliosa, imperdibile, unica. Costruita su 117 isolette, collegate da una miriade di ponti e passaggi, Venezia e' paragonabile a un'enorme oasi pedonale: per andare dalla stazione ferroviaria a piazza San Marco ci vogliono circa due ore di camminata, sempre che non vi perdiate, ma è un "rischio" da correre. Passeggiando passeggiando scoprirete infatti le celebrate attrazioni lagunari (dalla basilica di San Marco alle chiese di Santa Maria della Salute, San Giorgio Maggiore e del Redentore, dal palazzo dei Dogi al Canal Grande), come anche angoli meno "affollati" ma altrettanto suggestivi. A questo proposito, merita assolutamente una gita il quartiere del vecchio Ghetto ebraico.
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Straordinario territorio tra la terraferma ed il mare, la laguna di Marano rappresenta, con quella di Grado, il comprensorio lagunare piu' settentrionale dell’Adriatico. Un meraviglioso bacino di acqua salmastra situato tra la pianura friulana ed il mare Adriatico, formatosi negli ultimi millenni in seguito al lento ma continuo innalzamento del livello del mare e ai notevoli depositi fluviali. Stupenda crisalide di energie biologiche questa incredibile e delicata zona umida e' riconosciuta ormai come una delle aree naturali piu' importanti e pregevoli del Mediterraneo. Uno degli ambienti più peculiari e distintivi dell'intero comprensorio lagunare, dal notevole valore naturalistico, e' la riserva naturale regionale Foci dello Stella, area gia' nota come Oasi di Marano Lagunare (parco gestito in collaborazione con il WWF). Naturalisti, Bird-Watchers, semplici curiosi e turisti che desiderino immergersi senza la fatica di lunghe camminate ed estenuanti appostamenti nel meraviglioso mondo della palude e delle sue incredibili ricchezze biologiche, troveranno la soluzione ideale nella riserva naturale della Valle Canal Novo, centro per l'interpretazione e l'educazione ambientale del patrimonio lagunare.
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Chi giunge a Concordia da mezzogiorno, percorrendo la strada che costeggia il Lemene verso levante, si trova di fronte la suggestiva immagine del centro del paese che si specchia nel placido fiume Lemene.
Dal complesso spicca la torre campanaria, quasi vigile sentinella e come antenata che rimanda nel tempo, da tanti secoli, il richiamo millenario di questa antica citta' romana e cristiana.
Concordia parla a chi sa ascoltare, si mostra a chi vuol scoprire, perche' sa offrire i documenti del suo lontano passato e custodisce gelosamente i cimeli della sua storia gloriosa.
Le antiche origini di Concordia non debbono tuttavia dimenticare il presente: oggi essa e' un Comune della provincia di Venezia di oltre diecimila abitanti, centro agricolo, artigianale e commerciale, in continua espansione, grazie alla sua gente attiva e laboriosa, ricca di vitalita' e ingegno, nello sforzo di costruire un futuro migliore.
In Concordia passato e presente convivono nello spirito della sua gente, come antico e moderno nella struttura urbanistica, non senza qualche difficolta', perché le esigenze dell' uno si scontrano talvolta con quelle dell'altro.
Gli ultimi ritrovamenti archeologici ci permettono di asserire che la Concordia romana sorse su un importante insediamento delle civilta' paleovenete (XII-VIII sec. a.C.).
Resti di fondazioni di capanne, olle, pesi per telaio, utensili e vasellame di cucina e di una fornace ne sono la testimonianza.
Questo insediamento era collegato per mezzo di piste agli altri centri paleoveneti quali Vicenza, Padova, Este Adria, Altino, Oderzo ed altri situati nell’ Isontino e nella Istria.
Dette piste furono utilizzate e trasformate in vie di comunicazione (Via Annia 131 a.C. e via Postumia (148 a.C.) durante l’espansione romana.
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Patrimonio dell'Umanita' riconosciuto dall'UNESCO nel 1982, il centro storico di Firenze, conchiuso all'interno della cerchia dei viali tracciati sulle vecchie mura medievali, raccoglie i più importanti beni culturali di Firenze. Delimitato dal tracciato della cerchia muraria del XIV secolo, edificata grazie alla potenza commerciale ed economica raggiunta, conobbe nei due secoli successivi il suo massimo splendore.
Il centro storico puo' essere apprezzato nella sua interezza dalle colline d'intorno, in particolar modo dal Forte Belvedere, dal Piazzale Michelangelo con la Basilica romanica di San Miniato al Monte e dalla collina di Fiesole che offre uno dei panorami piu' suggestivi della vallata dell'Arno.
Firenze e' spesso indicata come la culla del rinascimento: la citta' e' ovunque caratterizzata da quello straordinario sviluppo letterario, artistico e scientifico che ebbe luogo nel XIV-XVI secolo. Tra i fatti antecedenti questo periodo di splendore troviamo la crisi della Chiesa cattolica (specialmente la controversia sul Papato di Avignone in Francia e lo Scisma d'Occidente) e i disastrosi effetti della peste nera, che portarono ad un riesame critico dei valori medioevali, risultando in una rivalutazione di quelli dell'antichità classica. Firenze beneficio' sotto tutti gli aspetti, sia materiali che spirituali, di questo grande cambiamento sociale e divenne uno dei luoghi catalizzatori di quella corrente di pensiero, costituendo in quell'epoca uno dei più importanti centri di rinascita della cultura mondiale.
Distanza da Lignano ca. 300 km., raggiungibile in automobile o in treno in ca. 3 ore.
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L'isola di Murano è situata a nord-est di Venezia, lungo il canale dei Marani, è totalmente urbanizzata, ospita 7mila abitanti, e conserva ben poco del suo aspetto naturale.
Venne fondata dagli Altinati, che le attribuirono il nome di Ammurianum, da una delle porte della loro città. Da subito si caratterizzò per le proprie funzioni economico-produttive; già nell'Alto Medioevo era nota per il porto, per la presenza di mulini ad acqua e per la pesca.
Divenne talmente importante che per secoli le venne tributata la possibilità di coniare moneta e di emettere leggi proprie, con un governo, il Maggior Consiglio, formato da 500 nobili del luogo.
Nel XVI secolo si potevano contare circa 30 mila abitanti. Ma il "destino" dell'isola venne segnato da una bolla che nel 1295 vi impose il trasferimento da Venezia di tutte le fornaci per la lavorazione del vetro, per scongiurare il pericolo di incendi. Il materiale, che già vi veniva prodotto, divenne quindi il segno distintivo, il marchio di fabbrica di Murano.
Il vetro è tuttora il segno distintivo, tanto da aver spinto alla costituzione di un Museo dell'arte vetraria, senz'altro meritevole di una visita (Fondamenta Giustiniani 8, orario 10-16, chiuso il mercoledì, telefono 041-739586).
Burano, collocata a Sud-est di Mazzorbo, con i suoi 5.000 abitanti è il più importante centro della laguna nord.
Burano, o la Boreana, deve il nome ad una delle porte di Altino, da cui venne fondata. Quando Torcello era una città, Burano ne era un vicus, ovvero una borgata.
Una visita a Burano offre spunti di assoluto interesse per i cromatismi delle sue abitazioni popolari, dipinte con colori vivaci e contrastanti e per le sue attività economiche, la produzione di merletti e la pesca.
La leggenda narra che proprio grazie ad un pescatore sia nata la tradizionale produzione tessile artigiana. Costui infatti, avendo resistito al canto delle sirene in nome della sua bella, che lo attendeva a Burano, avrebbe ricevuto dalla regina dei flutti una corona di schiuma per ornare il capo della sua sposa. Le amiche della diletta, invidiose e conquistate dalla bellezza del velo, avrebbero cercato di imitarlo, dando così inizio ad una scuola di tradizione centenaria.
La lavorazione del merletto con l'ago da cucire, non appoggiato ad alcun tessuto sottostante, si sviluppò nell'isola all'inizio del '500.
Distanza da Lignano ca. 100 km., raggiungibile in ca. 1 ora e 15 minuti.
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Fondata secondo la tradizione il 21 aprile del 753 a.C., Roma ha ricoperto un ruolo fondamentale in Italia e in Europa nel corso della sua quasi trimillenaria storia (i primi insediamenti risalirebbero al X secolo a.C.).
Caput Mundi durante l'epoca romana, ovvero capitale del Mondo allora conosciuto, e punto di riferimento politico e spirituale di livello internazionale fino ai nostri giorni, Roma e' sede del papato (dal II secolo, tanto da essere considerata oltre che caput mundi anche caput fidei), e' stata capitale dello Stato della Chiesa (dall'VIII secolo), del Regno d'Italia (dal 1871), ed e' quindi diventata capitale della Repubblica Italiana (nel 1946).
Oggi Roma si presenta come un'importante e dinamica metropoli, fiera del suo prestigioso passato ed allo stesso tempo tollerante, con una vocazione cosmopolita che l'ha sempre contraddistinta nell'arco della sua lunga storia.
Roma ancor oggi, come in passato, continua ad essere un crocevia di etnie e di culture diverse, rielaborate e in qualche modo assimilate tramite un processo che si potrebbe definire di ''romanizzazione''; Roma e' inoltre meta importante di correnti migratorie provenienti dal resto d'Italia e dall'estero.
A Roma, oltre a circa 900 chiese cristiane, per la maggior parte cattoliche, ma anche evangeliche, valdesi e di altre religioni cristiane, ci sono anche luoghi di culto di molte altre religioni, fra cui la piu' grande moschea d'Europa e una delle maggiori sinagoghe italiane.
Distanza da Lignano ca. 600 km., raggiungibile in automobile o in treno in ca. 5 ore. In aereo ca. 50 minuti.
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Verona e' un comune di 256.120 abitanti, situato nel Nord Italia, capoluogo dell'omonima provincia, una delle sette province della regione Veneto. Situato sul fiume Adige, ad una trentina di chilometri ad est del Lago di Garda, e' uno dei pochi comuni dell'Italia presenti in ogni sua fase storica.
Verona e' stata abitata fin dalla preistoria, ed e' difficile risalire al primo insediamento.
Nelle molte ipotesi che si fanno si parla di Reti, Etruschi, Paleoveneti, Galli Cenomani e perfino Romani.
Il fatto importante e' che a Verona, sull'Adige, presso il ponte romano (Ponte Pietra) vi e' sempre stato il miglior guado di tutto il corso del fiume e che fin dalla preistoria gli insediamenti erano presenti sull'altura che lo domina: il colle San Pietro. L'ipotesi dei Reti e' finora la piu' sostenuta ed il primo a formularla fu Plinio il Vecchio; quella dei Galli Cenomani fu sostenuta da Tito Livio mentre quella etrusca potrebbe nascere dalla presenza in zona degli Arusnati, popolo di origini non certe, che qualcuno ipotizza etrusco; l'ipotesi paleoveneta (o meglio Euganea) e' infine ugualmente possibile, mentre quella romana, certamente infondata, nasce solo dal fatto che i monumenti ed edifici più antichi della citta' ancora visibili ed in parte utilizzati sono di quel periodo.
In virtu' di tale posizione geografica, il dominio di un popolo su quel territorio non poteva precludere il passaggio ad altri pena la guerra, ed e' più che probabile che nel periodo preromano il guado fosse praticato da tutti, soggetti al massimo ad un dazio e/o controlli millitari.
Sul nome di Verona esistono diverse ipotesi: l'etrusca da Vera, probabile nome di persona (toponimi di questo tipo sono comuni in Toscana), una non ben chiara fonte gallica (moltissimi fiumi e fiumiciattoli oggi ancora portano nomi derivati da parecchie radici preceltiche *ver-, *var-, ecc.); il nome di una famiglia romana; o dal termine latino ver primavera. Una leggenda vuole anche che il nome sia scaturito da una maledizione del capo Gallico Brenno contro i nemici romani: ''Vae Roma'', cioè ''Maledetta Roma''. L'ipotesi piu' accreditata e' che il nome derivi da VE (parola etrusca per indicare le popolazioni venete) RO (dal greco reo cioe' scorro, per indicare il fiume Adige che attraversa la citta') e NA (radice sillabica etrusca che indica un centro abitato); quindi Verona ''tradotto'' sarebbe: la città veneta sul fiume.
Distanza da Lignano ca. 204 km., raggiungibile in automobile in ca. 1 ora e 55 minuti.
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Vicenza e' un comune di 113.483 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia ed è Sede episcopale.
E' conosciuta come la citta' del Palladio - che vi realizzo' numerose architetture - ed e' un luogo d'arte tra i piu' importanti non soltanto del Veneto. E' infatti meta di turismo culturale con flussi da ogni parte d'Italia ed anche dall'estero.
Gia' conosciuta come l'antica Vicetia in epoca romana, il piu' antico riscontro sul suo nome risale al 135 a.C..
In epoca medievale la città subì la dominazione degli Scaligeri. Dal 1404 al 1797, dandosi spontaneamente a Venezia (come fecero altre città venete e lombarde) entro' a far parte della Repubblica Serenissima Veneta con la sua capitale o dominante Venezia. Seguirono quattro secoli di pace e benessere, in cui le arti raggiunsero livelli eccelsi e l'economia prospero'. Il Cinquecento fu il secolo del grande architetto tardo-rinascimentale Andrea Palladio, che lascio' in eredità a Vicenza e al mondo intero un insostituibile patrimonio di architetture. Tra le opere principali la Basilica Palladiana nella centrale Piazza dei Signori, il Teatro Olimpico, Villa Capra detta la Rotonda posta appena fuori dall'abitato. La tradizione palladiana venne continuata da Vincenzo Scamozzi e da altri architetti fino al XVIII secolo.
Nell'Ottocento, dopo la caduta di Napoleone, la citta' passo' all'Impero Austro-Ungarico e successivamente fece parte del Regno Lombardo-Veneto, per unirsi nel 1866 al Regno d'Italia. Se durante la Prima guerra mondiale si combatte' in gran parte nella provincia, la Seconda guerra mondiale colpì anche la citta', che fu gravemente danneggiata dai bombardamenti alleati.
A partire dagli anni cinquanta un forte sviluppo economico ed industriale ne ha fatto una delle citta' piu' prospere d'Italia.
Distanza da Lignano ca. 153 km., raggiungibile in automobile in ca. 1 ora e 30 minuti
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Escursione nell'Alto Friuli
La casa delle farfalle sorge al centro del paese di Bordano UD, tra le pendici del monte San Simeone e il fiume Tagliamento.
Giornalmente si corteggiano, si nutrono sui fiori e si riproducono oltre 400 tra le più belle farfalle del mondo. I grandi giardini con le farfalle tropicali sono tre: Amazzonico o neotropicale, Afro-tropicale e Indo-australiano. Questa caratteristica rende l’iniziativa originale, anche rispetto ad altre Case di tutto il mondo, che non separano le farfalle in base alla provenienza.
All’interno della “Casa delle Farfalle” si possono vedere tutti gli stadi di sviluppo delle farfalle: uovo, bruco, crisalide e farfalla.
Il Lago di Cavazzo dei Lago dei Tre Comuni, con il suo perimetro di circa 6500 metri, è il lago più grande del Friuli Venezia Giulia.
Molto probabilmente deve le sue origini ad una diramazione del fiume Tagliamento rimasta sbarrata da terreni naturali in un bacino naturale scavato nel tempo dalle glaciazioni. Le coste del bacino con il Monte Festa ed il San Simeone a strapiombo sul lago, sono piuttosto scoscese.
Cascata di Salino nel Comune di Paularo UD.
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Conegliano (36.000 abitanti), città natale del famoso pittore G.B. Cima (1457-1517) e sede della più antica Scuola Enologica d'Italia (1876), è oggi la realtà economica e culturale più dinamica della Provincia di Treviso.
Distanza da Lignano ca. 87 km., raggiungibile in automobile in ca. 1 ora e 10 minuti.
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Il Museo dei Fossili di Bolca e' composto da tre sale, due delle quali dedicate all'esposizione dei reperti fossili provenienti dalla ''Pesciara''. Ampie didascalie, disegni e ricostruzioni, spiegano i fenomeni che avvennero nella zona di Bolca 50 milioni di anni fa. Il giacimento fossilifero, recentemente attrezzato per le visite guidate alle gallerie, e' giustamente considerato il piu' importante del mondo per i pesci fossili dell'Era Terziaria.
La visita al museo, puo' infatti proseguire con la ''passeggiata paleontologica'', un itinerario che partendo dall'abitato di Bolca porta alla valletta della Pesciara con un percorso di avvicinamento che prevede un ultimo tratto pedonale e suggestivo tra una fitta vegetazione. La stazione didattica consente un'ampia visione generale della zona, nonche' la visita della galleria principale nella quale furono svelati i primi segreti di un mondo fantastico del quale era completamente ignorata l'esistenza.
La ''Pesciara'' e' una cava in galleria, da cui si estraggono gli strati rocciosi che contengono i fossili. Il giacimento viene fatto risalire al periodo fra Eocene inferiore ed Eocene medio, in seguito allo studio dei nannofossili calcarei rinvenuti: esso e' costituito da una serie di strati calcarei dello spessore di circa 19 metri e di limitata estensione (poche centinaia di metri quadrati). I fossili, rappresentati principalmente da pesci e piante, si rinvengono all'Interno di cinque livelli sovrapposti, costituiti da calcari a grana finissima, fittamente stratificati, intercalati a strati calcarei detritici entro cui si trovano unicamente resti di invertebrati (gusci di lamellibranchi e gasteropodi).
I pesci di Bolca, pur appartenendo a specie marine attualmente scomparse e rappresentati sia da pesci con scheletro cartilagineo (elasmobranchi) come gli squali, sia da pesci con scheletro ossificato (teleostei) come l'orata, presentano molte affinità con forme tutt'oggi viventi nei mari caldi dell'Oceano Indo-Paciflco e dell'Atlantico. Inoltre, sono state rinvenute forme, anche rare, affini a specie viventi nei mari temperati.
Distanza da Lignano km. 180, raggiungibile in automobile in ca. 1 ora e 55 minuti.
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La provincia e la citta' di Pordenone, suo capoluogo, si trovano al di la' del fiume Tagliamento in riva al Noncello, l'antico ''Portus Naonis'' da cui la citta' prende il nome. La parte antica della citta', d'impronta veneziana, e' molto signorile. In epoca romana Portus Naonis fu un importante centro mercantile. Intorno al 1200 si impossessarono della citta' i patriarchi di Aquileia e seguirono le dominazioni di diverse casate austriache fino a quella degli Asburgo. Nel XVI secolo Pordenone passo' sotto Venezia e successivamente ancora sotto gli austriaci.
Dopo un periodo di decollo dell'industria che dal 1815 duro' fino al 1866, Pordenone fu annessa al Regno d'Italia e aumentò la propria popolazione grazie alle migrazioni.
Da vedere: Corso Vittorio Emanuele: e' l'asse principale della citta' vecchia, porticato e fiancheggiato da interessanti case d'origine gotica, rinascimentale e barocca. Chiude la prospettiva del corso il Palazzo Comunale con portico terreno e trifore.
Duomo: costruzione tardogotica innalzata tra la fine del sec. XIV e la meta del sec. XV. Di particolare interesse e' la facciata neoclassica incompiuta in cui e' inserito l'elegante portale cinquecentesco di Antonio Pilacorte. A sinistra si trova il campanile romanico con elementi gotici.
Nell'interno si trovano affreschi e una fonte battesimale del '500.
Il museo civico ha sede nel seicentesco palazzo Ricchieri e raccoglie dipinti di artisti friulani. Altri musei da visitare sono quello Archeologico e quello delle Scienze.
Distanza da Lignano ca. 58 km., raggiungibile in automobile in ca. 46 minuti.
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L'atto di nascita di Portogruaro si fa risalire al 1140, anno in cui Gervino, vescovo di Concordia, concede ad alcuni Portolani un terreno in riva al fiume Lemene, per costruirvi un porto, case e magazzini. L'atto sancisce la presenza di Portogruaro nell'ambito della Patria del Friuli. Il porto sul fiume Lemene rende la città una tappa importante nei commerci tra Venezia e l’Austria, tanto che si rafforza e si arrichisce e ottiene una larga autonomia politica di tipo comunale.
Nel 1420 entra a far parte della Repubblica di Venezia che in quell'anno, in seguito alla politica di espansione sulla terraferma, si annette il territorio della Patria del Friuli e con esso Portogruaro. Sotto la giurisdizione della Repubblica di Venezia la città rimane per 3 secoli, godendo di privilegi economici dovuti alla sua felice posizione geografica e di una prosperità che si può intuire ancor oggi nella sua architettura civile dei sec. XV e XVI, che la fa sembrare una piccola Venezia.
Nel 1797, col trattato di Campoformido, Napoleone, vincitore sulla Serenissima, cede all'Austria il territorio dell'ex veneta Repubblica, compresa Portogruaro.
La dominazione austriaca dura fino al 1866, tranne la breve parentesi del 1848 quando anche in città, sulla scia dei moti libertari che percorrevano l'Europa negli anni della Restaurazione, si instaura un breve periodo di regime repubblicano. Nel 1866 Portogruaro entra infine a far parte del Regno d'Italia di cui condivise in seguito le vicende storiche.
Distanza da Lignano ca. 37 km., raggiungibile in automobile in ca. 33 minuti.
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Sacile e' il ''giardino della Serenissima'', una tipica cittadina di tradizioni e stile veneti in Friuli. I signori veneziani (sotto il cui dominio passò nel 1411) la scelsero quale luogo di villeggiatura e punto di riferimento per i loro commerci (sale e spezie verso la terraferma; legno per l'Arsenale e carbone dalle vicine foreste). Da qui l'appellativo di ''Giardino della Serenissima'' per l'impronta veneziana delle vie con i portici e dei palazzi nobiliari che tradiscono fin dal nome una chiara matrice culturale (Ettoreo, Pelizza, Ragazzoni, Biglia, ecc.).
Ancora oggi Sacile si presenta con una veste elegante e pulita a dimostrazione di una crescita omogenea di tutte le sue componenti al punto da essere indicata come un modello in provincia in fatto di cultura, tempo libero e vita sociale. Notevoli dal punto di vista artistico la loggia comunale trecentesca in piazza del Popolo e, al di la' del ponte sulla Livenza, il battistero secentesco con la morbida Pietà in arenaria bianca. Il duomo goticheggiante e il bel palazzo cinquecentesco Linardello-Ovio, di fronte alla chiesa, completano il quadro. Ma il nome di Sacile e' molto conosciuto anche in campo ornitologico per la celebre Sagra dei Osei che si tiene ogni anno la prima domenica dopo Ferragosto e che ha il momento di massima attrazione nella gara tra i chioccolatori. Una sagra che e' mercato, ma soprattutto festa popolare con radici storiche legate ai conflitti feudali. il primo cenno di questa fiera lo si ha con l'arrivo in Friuli del patriarca Raimondo Della Torre, il 2 agosto 1274.
Distanza da Lignano ca. 70 km., raggiungibile in automobile in ca. 53 minuti
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Sauris e' famosa per la gastronomia, a partire dai salumi affumicati, dalla grappa, ma soprattutto dal prosciutto, quello crudo, dolce e affumicato con legno di faggio aromatizzato con ginepro ed erbe, lasciato stagionare per un mese.
Al suo prosciutto Sauris dedica una Festa che anima i due week-end della meta' del mese di luglio, durante i quali nei borghi sono allestiti stand in legno, dove si possono degustare prosciutto, speck, gnocchi, grigliate, dolci e tante altre prelibatezze. In un mercatino si possono acquistare i prodotti alimentari delle montagna carnica e in una vivace mostra-mercato dell'artigianato locale si vedono all'opera gli artigiani che scolpiscono oggetti d'uso quotidiano e realizzano le tipiche maschere di legno del Carnevale saurano. Il tutto, con accompagnamento di musica, spettacoli, antiche danze.
Da Lignano raggiungibile in macchina in 1 ora 44 minuti
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L'origine di Sesto deve essere ricondotta all'epoca pre-romana, come ci confermano i numerosi reperti archeologici rinvenuti nel territorio.
La romanità di Sesto è ribadita dal suo stesso toponimo: Sesto era infatti una "statio", ossia un posto militare collocato al sesto miliario della strada che collegava Concordia con il Norico.
Conobbe un significativo sviluppo con la dominazione longobarda, ma fu poi piegata dalle scorrerie degli Ungheri.
Nel Medioevo visse un periodo di grande splendore con l'annessione dell'Abbazia e dei suoi territori al dominio feudale del Patriarcato di Aquileia fino a quando Venezia invase militarmente il Friuli nel 1418. Con il trattato di Campoformido, nel 1797, si pose fine alla vita della Repubblica Veneta e nell'Ottocento il territorio di Sesto si intrecciò con le vicende del Regno Lombardo-Veneto fino all'annessione al Regno d'Italia.
L'attuale denominazione di Sesto al Reghena risale appunto al 1867, quando il Friuli venne annesso all'Italia e fa riferimento al fiume Reghena che attraversa il paese.
Luoghi di interesse: L'Abbazia di S. Maria in Sylvis (Abbazia di Sesto al Reghena) e la Basilica.
Distanza da Lignano ca. 42 km., raggiungibile in automobile in ca. 36 minuti
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Una delle prime testimonianze storiche che ci parlano di Tarvisio risale al 1219. La Valcanale apparteneva al Vescovo di Bamberga fin dall'anno 1006 e nel 1219 il vescovo Eckbert invitò suo fratello Bertoldo - Patriarca di Aquileia - a visitare i suoi domini allo scopo di farvi immigrare delle popolazioni friulane e venete. Il Patriarca accettò l'invito e venne con grande seguito fino a "Tarfiis in Canaal". Il suo nome divenne in seguito "La Trevisa". Le sue fiere godevano nel medioevo di molti privilegi e vi ebbe sviluppo l’industria del ferro, che attirò coloni tedeschi. Nel quindicesimo secolo si accentuò in Tarvisio la presenza di popolazioni di lingua tedesca (nome tedesco: Tarvis), tant'è che all'inaugurazione della Chiesa, avvenuta nel 1445, l'iscrizione sul portale principale venne fatta in tedesco ed in caratteri gotici. Nel 1759 Tarvisio passò sotto l'amministrazione della casa d'Austria che vi rimase fino alla fine della Prima Guerra Mondiale. Tarvisio e la Val Canale entrarono a far parte dell’Italia nel 1920. Lo spostamento del confine dal torrente Pontebbana alle soglie di Coccau, di Racchia (o Radice - in slavo: Ratece) e al Passo del Predil, avvenne con i trattati di San Germain (10 settembre 1919) per il confine con l'Austria, e di Rapallo (12 novembre 1920) per il confine con il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni. Il distacco di Tarvisio dall'Austria affievolì i rapporti tradizionali tra i centri della Val Canale e la Carinzia, aumentando però quelli col Canal del Ferro ed Udine.
Distanza da Lignano ca. 150 km., raggiungibile in automobile in ca. 1 ora e 30 minuti.
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È il cuore della Carnia e racchiude mille spunti: per chi ama la natura, curiosità come il sentiero dei dinosauri di Preone o le cascate del torrente Arzino e la possibilità di fare escursioni in fitte foreste o lungo sentieri che portano in alto, fra i rifugi.
Per gli sportivi maneggi, campi da tennis, piste da discesa e da fondo, palestre di arrampicata ma anche divertenti corsi di Orienteering sull’altopiano di Curiedi.
Per i buongustai, particolari ristoranti dove assaggiare i tradizionali piatti della cucina carnica e caratteristiche botteghe artigiane dove trovare i prodotti tipici locali. E ancora, per chi ha voglia di cultura, la vallata è un polo ricco di musei e di preziosi tesori d'arte e storia, come il Museo Carnico delle Arti e Tradizioni Popolari, uno dei più interessanti musei etnografici italiani dedicati al folclore e gli scavi archeologici di Invillino.
Il nome Tumietium, compare per la prima volta in un documento alla fine del primo millennio, ma certamente un insediamento abitativo esisteva sul luogo in epoca romana.
Tumietium passava nel 1077 sotto il Patriarcato di Aquileia, con la contea del Friuli, concessa in feudo dal Sacro Romano Impero.
Il Patriarca, con il possesso di Tolmezzo posta alla confluenza delle valli carniche e sulla antica direttrice per il Norico che transitava per il Passo di Monte Croce Carnico, poteva esercitare il controllo sui traffici del commercio e delle popolazioni. A tale scopo venne eretto in posizione sopraelevata , nell'attuale località "Pracastello", un castello.
Ma la crescita economica del borgo venne con la costituzione da parte del patriarca di Aquileia Gregorio da Montelongo, attorno al 1255, di un mercato e ancor più con i successivi privilegi concessi dal patriarca Raimondo della Torre nel 1286, che assegnarono a Tolmezzo il diritto di riscuotere il dazio. Tolmezzo da borgo divenne Comune e crebbe rapidamente trasformandosi in una realtà sociale più ampia di quella strettamente tolmezzina, avendo accolto gente da altri luoghi, con un aumento di liberi cittadini in rapporto alle persone legate da vincolo di servitù. Si svilupparono, oltre all'attività commerciale, anche quella artigianale, i servizi, gli uffici giudiziari.
L'importanza del comune viene documentata nel 1306 dalla sua presenza all'interno del Parlamento della Patria del Friuli.
Distanza da Lignano ca. 113 km., raggiungibile in automobile in ca. 1 ora e 10 minuti.
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Paragonata spesso alla vicina Venezia per i numerosi rivi che la solcano e le conferiscono scorci di rara suggestione, Treviso si puo' ancora specchiare nella descrizione che di lei fu data dal suo illustre cittadino Giovanni Comisso, il quale la defini' ''una gentilissima struttura medievale in giuoco bizzarro con le chiare acque dei fiumi che l'attraversano e ne' le distruzioni di guerre ne' il cattivo gusto degli uomini riescono ancora a tramutare''. Seppure parzialmente alterata dalla ricchezza e dagli interventi, sovente contestati, portati avanti negli anni a cavallo del Terzo Millennio, Treviso mantiene ancora un aspetto gentile e riservato dove, accanto ai luoghi piu' celebri e frequentati, si celano strade minori, vicoli, rivali, canali e barbacani che mantengono integro il fascino di una citta' ricca di storia. Quasi gelosa della propria intimita', la citta' sembra offrirsi alla lenta indagine di un passeggio mattiniero di un giorno festivo quando, davvero autentica, sa stupire e segnare profondamente i ricordi dei suoi visitatori.
I monumenti trevigiani piu' conosciuti sono: Chiesa di San Francesco, Loggia dei Cavalieri, Piazza dei Signori e Palazzo dei Trecento, Chiesa di San Nicolò, Duomo, Piazza Rinaldi, Ponte di Pria, Buranelli, Monte di pietà e Cappella dei Rettori ed il Quartiere latino.
Distanza da Lignano ca. 105 km., raggiungibile in automobile in ca. 1 ora e 12 minuti.
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Il comune di Valvasone comprende le località CASAMATTA, POZZO DIPINTO, PONTE TAGLIAMENTO e TORRICELLA.
Primo pregio turistico di Valvasone è lo stato di conservazione del nucleo storico, con numerose dimore signorili dei secoli dal XIV al XVII che ne fanno uno degli angoli più belli dell'intero Friuli.
Di origine romana, Valvasone assunse notevole importanza durante il Medioevo per il suo guado sul Tagliamento,
L'attuale castello (eretto nel 1218 e modificato nel 1518) è un edificio di notevole interesse: Napoleone vi tenne il suo quartier generale; ci visse e poetò quell' "Erasmo di Valvason" che, con il poema "La caccia" e altre opere, occupa un posto non trascurabile nella letteratura minore del Rinascimento.
L'ospedale, divenuto grande convento dei Serviti ed in seguito dei Domenicani, è scomparso lasciando un ricordo nella canonica e nell'oratorio di San Pietro , con due altari lignei (XVII secolo), uno marmoreo (XVIII secolo) e con gli affreschi di Pietro da Vicenza (XVI secolo).
Il guado sul fiume fu all'origine di molti eventi: nel 1499 ottocento contadini, che tentavano di arginare l'avanzata dei Turchi, furono uccisi; negli anni 1797, 1805, 1809 qui si affrontarono Francesi e Austriaci (Napoleone, Murat, Bernadotte, Masséna, Beauharnais, etc..., e gli arciduchi Carlo e Giovanni D'Asburgo); drammatica fu l'ultima resistenza nel novembre 1917 durante la ritirata di Caporetto.
Poco lontano dallo storico guado, è stata eretta una bella riproduzione della Grotta di Lourdes, con statua di L. De Paoli.
Da segnalare i concerti che con precise impostazioni tematiche, si tengono a settembre.
Il Centro storico di Valvasone è senza dubbio uno dei più caratteristici e suggestivi del Friuli: case porticate, antiche abitazioni lo rendono ricco di storia e d'arte.
La Chiesa parrocchiale, rimaneggiata in stile neogotico tra il 1889 ed il 1901 (con uso esasperato, alla toscana, di materiali dicromi orizzontalmente disposti sia all'esterno che all'interno) custodisce un autentico gioiello: l'unico organo del Cinquecento veneziano esistente in Italia.
Autore ne fu un grande costruttore, Vincenzo Colombo (o de Columbis) di Casale Monferrato ma operante a Venezia, dove appunto, nel 1532, iniziò il lavoro dell'organo per Valvasone terminato nel 1538. Lo strumento, che è ancora perfettamente funzionante (è stato ovviamente più volte restaurato) è contenuto in uno splendido cassone ligneo intagliato; le portelle (che rappresentano, chiuse, il Miracolo della Manna, aperte, il Sacrificio di Isacco ed il Sacrificio di Melchisedech) e la cantoria, con Scene sacre, sono pregevole lavoro affidato a Giovanni Antonio Pordenone, che steso il contratto nel 1535, già nel 1537 era giunto a metà dell'opera che non ultimò, tuttavia, forse per la sopravvenuta morte (1539), così che nel 1549 il genero Pomponio Amalteo venne incaricato di portare a termine il dipinto.
La stesura larga e "facile", l'uso di colori talvolta smorzati, fanno in un primo momento pensare che la maggior parte all'esecuzione sia dovuta all'Amalteo. Ma la forza dei personaggi, la loro robustezza, il dettato magniloquente che si avverte come sottofondo della composizione, inducono a ritenere che almeno nelle linee essenziali tutte le pitture siano state concepite dal Pordenone.
Ancora alcune pale d'altare di qualche pregio (pala della S. Croce, 1605, di Angelo da Portogruaro; pala di S. Caterina, 1701, del comasco Giulio Quaglio, una delle poche opere di "cavalletto" che gli si conoscono in Friuli; pala del veneziano Matteo Luigi Canonici, 1791, nell'altare di S. Nicolò); Crocifisso ligneo di Pomponio Amalteo e bottega (1557).
Di particolare bellezza il paliotto dell'altare di S. Caterina d'Alessandria nel quale sono raffigurati in bassorilievo l'Adorazione degli idoli, il Giudizio ed il Martirio di S. Caterina d'Alessandria: opera probabile di Francesco Penso detto il Cabianca (1665-1737) che qui evidenzia la sua particolare capacità tecnica e la dolcezza del modellato; più descrittivo, ma ugualmente interessante, il paliotto dell'altare di S. Giacomo, con bassorilievo raffigurante il Martirio del Santo.
La Chiesa dei Ss. Pietro e Paolo conserva importanti affreschi del primo Cinquecento attribuibili a Pietro da Vicenza. Raffigurano la Trinità affiancata da quattro gruppi di due Santi o Sante (tutti sotto finte arcate abilmente scorciate e divise l'una dall'altra da colonnine marmoree dipinte), i Ss. Cristoforo e Girolamo, la Madonna con Bambino tra i Ss. Sebastiano e Rocco, Leonardo e Giobbe (divisi fra loro da pilastrini rudentati). Sono databili al 1510 circa. Ad altro artista, ad altra epoca (XV secolo) appartiene la Crocifissione a fresco nella parete di fondo; l'altare maggiore ligneo (con mediocre pala ottocentesca), è datato 1642 ed è in parte dorato, così come quello della Visitazione.
Nelle vicinanze di questa chiesa spicca la bellissima Casa Fortuni, rinascimentale, con pozzo trecentesco.
Monumento insigne di Valvasone è l'importante Castello, circondato dal fossato e dall'antica cinta muraria. Edificato in età medioevale e una prima volta distrutto da un incendio nel 1363, il castello - in cui nacque il poeta Erasmo di Valvalsone e nel quale dimorò Napoleone Buonaparte - subì nei secoli numerosi rifacimenti; quella che oggi si vede è la sua struttura cinquecentesca.
Monumento nazionale, conserva due camere con stucchi, un teatrino settecentesco, una ricca quadreria.
Nei pressi è pure interessante vedere il Palazzo del conte Eugenio, cui si affianca una abitazione trecentesca di recentissima ristrutturazione.
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Se be ha notizia fin dal 1001 come un notevole centro di traffici (il paese è situato alla confluenza di 2 importanti valli, quella del Tagliamento che porta in Carnia e la Val Canale) ed ebbe molta importanza durante il medioevo, essendo all'epoca sede di un mercato settimanale.
Cittadella fortificata medievale, dal nome di origine prelatina, collocata sulla riva sinistra del Tagliamento e sulla strada per l'Austria, era, prima del sisma del 1976, ottimamente conservata. In seguito agli ingentissimi danni subiti con il terremoto, un'attenta ed esemplare opera di ricostruzione ha permesso il recupero delle mura (mura medievali a doppia cerchia, unico esempio in Friuli), del Duomo (del 1300), che conserva importanti opere d'arte, e del Palazzo Comunale, notevole esempio di architettura gotico-veneziana, oltre ad una ricostituzione diffusa del tessuto urbanistico ed edilizio dell'abitato.
Di fronte al Duomo è situato il Battistero (o ex cappella di S. Michele), risalente alla metà del XIII secolo, piccola costruzione circolare in sassi squadrati poggiante su una cripta seminterrata. In esso si conservano le mummie che hanno reso celebre il nome di Venzone nel mondo. La storia di queste mummie (tanto interessanti dal punto di vista scientifico o anche della curiosità, quanto repellenti sul piano estetico) risale al 1647 quando, nello spostamento di un sarcofago, in Duomo, venne alla luce la prima mummia detta "Il Gobbo". Nelle tombe del duomo, infatti, vegetava un fungo, una muffa parassitaria antibiotica detta "Hipha Bombicina Pers" che ha il potere di disidratare il corpo, nel tempo di un anno, facendo diventare la pelle pergamenacea. Un fenomeno, quindi, naturale, che nel corso dei secoli ha interessato parecchi dei corpi ivi sepolti. Tra il 1825 ed il 1891 furono estratte quasi quaranta mummie, alcune delle quali furono portate fuori Venzone: al Gabinetto universitario di Padova, al Museo di Vienna, nella chiesa degli Invalidi di Parigi ecc. Nel battistero sono esposte 5 mummie tra cui quella di un venzonese morto nel 1881. Allineate una vicino all'altra, entro vetrine, coperte di un solo perizoma, costituiscono uno spettacolo veramente macabro.
Distanza da Lignano ca. 98 km., raggiungibile in automobile in ca. 1 ora e 7 minuti.
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Redipuglia (GO), dallo sloveno ''sredij polije'' ovvero ''terra di mezzo'' e' il più grande Sacrario Militare Italiano e venne realizzato su progetto dell'architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni.
Inaugurato nel 1938, custodisce le salme di 100.000 caduti della Grande Guerra.
L'opera, realizzata sulle pendici del Monte Sei Busi, cima aspramente contesa nella prima fase della Grande Guerra, si presenta come uno schieramento militare con alla base la tomba del Duca d'Aosta, Comandante della III Armata, cui fanno ala quelle dei suoi generali.
Seguono disposte su ventidue gradoni le salme dei 39.857 caduti identificati.
Nell'ultimo gradone, in due grandi tombe comuni ai lati della cappella votiva, riposano le salme di 60.330 Caduti Ignoti.
Nella cappella e nelle due sale adiacenti sono custoditi oggetti personali dei soldati italiani e austro-ungheresi.
Il grande mausoleo venne realizzato di fronte al primo Cimitero di Guerra dell III^ Armata sul Colle Sant'Elia che oggi e' una sorta di museo all'aperto noto come Parco della Rimembranza.
Lungo il viale adornato da alti cipressi, segnano il cammino cippi in pietra carsica con riproduzioni dei cimeli e delle epigrafi che adornavano le tombe del primo sacrario.
Sulla sommità del colle un frammento di colonna romana, proveniente dagli scavi di Aquileia, celebra la memoria dei caduti di tutte le guerre, ''senza distinzione di tempi e di fortune''.
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La Grotta Gigante si apre sul Carso Triestino, l'altipiano che si trova alle spalle di Trieste, noto per aver dato il suo nome a tutti quei fenomeni indicati universalmente con il termine ''carsismo''.
La grande caverna, con una volta a cupola, ha una forma simile ad un ellissoide di 130 metri di lunghezza ( 280 nella sua massima espansione), 65 metri di larghezza e 107 di altezza, con un volume di 600 mila mq.
Per la sua vastita' potrebbe contenere la Basilica di S. Pietro e per tale caratteristica dal 1995 e' citata nel Guinness dei primati come ''la cavità turistica più grande del mondo''.
La visita, durante la quale una guida fornisce tutte le informazioni sulla Grotta Gigante, dura in media 50 minuti. Dopo una prima rampa, il sentiero in lieve discesa porta alla Grande Scalinata, arditamente costruita con 360 gradini in pietra appoggiati alle rotaie offerte dalla Direzione dell'allora ferrovia austro-ungarica per il sostegno degli stessi.
La visione dall'alto e' grandiosa: sembra di vedere, di notte, una valle lontana. I fari illuminano un grande portale ad arco da cui pendono grosse stalattiti coniche; al di la' si scorge una parte della Grande Caverna. Con un percorso di rampe a zig-zag si arriva ben presto alla base della caverna. Lo spettacolo e' imponente per le eccezionali proporzioni della cavita' e, grazie alla sapiente illuminazione, vengono messi in evidenza tutti quei particolari e quelle migliaia di concrezioni che la natura ha saputo creare, tingendole con tutte le tonalita' di colore, che vanno dal giallo, al rosa, al rosso carico, dovute alla presenza di ossidi di ferro presenti nell'acqua di percolazione.
Distanza da Lignano km. 85, raggiungibile in automobile in ca. 1 ora e 10 minuti.
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La visita, durante la quale una guida fornisce tutte le informazioni sulla Grotta Gigante, dura in media 50 minuti. Dopo una prima rampa, il sentiero in lieve discesa porta alla Grande Scalinata, arditamente costruita con 360 gradini in pietra appoggiati alle rotaie offerte dalla Direzione dell'allora ferrovia austro-ungarica per il sostegno degli stessi.
La visione dall'alto e' grandiosa: sembra di vedere, di notte, una valle lontana. I fari illuminano un grande portale ad arco da cui pendono grosse stalattiti coniche; al di la' si scorge una parte della Grande Caverna. Con un percorso di rampe a zig-zag si arriva ben presto alla base della caverna. Lo spettacolo e' imponente per le eccezionali proporzioni della cavita' e, grazie alla sapiente illuminazione, vengono messi in evidenza tutti quei particolari e quelle migliaia di concrezioni che la natura ha saputo creare, tingendole con tutte le tonalita' di colore, che vanno dal giallo, al rosa, al rosso carico, dovute alla presenza di ossidi di ferro presenti nell'acqua di percolazione.
Il percorso continua attorno alla base della Grande Sala, passando vicino a grandi concrezioni quali il Pulpito e la Palma (quest'ultima alta 7 metri dalla base) e affiancando poi il Palazzo delle Ninfe, un vero mare di stalattiti e stalagmiti.
Le stalattiti con le foglie: quasi tutte le stalagmiti presenti nella Grotta hanno la caratteristica forma a ''pila di piatti'', dovuta all'impatto violento delle gocce che, cadendo da notevoli altezze, si polverizzano disperdendo su ampie superfici il bicarbonato di calcio in esse contenuto, con forme sempre diverse che fanno assomigliare queste formazioni ad alberi dai cui tronchi spuntino delle eleganti foglie.
Si prosegue in leggera salita per raggiungere la Colonna Ruggero, la piu' alta stalagmite presente in grotta, 12 metri di altezza per quasi 4 di larghezza. Oltrepassata la stessa, sempre salendo, si arriva alla Sala dell'Altare, corta galleria simile a una piccola caverna, dove si possono vedere le grandi stalattiti presenti e una vaschetta calcitica con acqua. Da qui inizia la vera e propria salita, chiamata ''sentiero Carlo Finocchiaro'', in memoria del grande speleologo triestino che per trent'anni diresse la Commissione Grotte ''Eugenio Boegan'', il piu' antico gruppo speleologico del mondo. Una serie di rampe di scale, inerpicandosi a fianco della parete, portano accanto alla Galleria Nuova, non visitabile, dando cosi' modo di poter ammirare da altre prospettive la maestosita' della Grande Caverna.
Una comoda galleria artificiale, che sbocca esattamente sul punto piu' alto della grotta, porta ora al Belvedere, terrazzo posto a circa 100 metri d'altezza, dal quale si possono vedere centinaia di stalattiti pendere dalla volta ma soprattutto dominare con una visione mozzafiato l'immensa caverna che si spalanca sotto i piedi. Una breve ulteriore salita, durante la quale si incontra lo scheletro dell'ursus speleus (gia' abitante in questo posto), porta all'uscita ….''a riveder le stelle''.
La visita si conclude con la passeggiata in una breve forra, dove un piccolo giardino botanico contiene la vegetazione peculiare degli ingressi delle voragini del Carso, e per finire una serie di vaschette di corrosione, tipico esempio di dissoluzione superficiale del calcare.
Distanza da Lignano km. 85, raggiungibile in automobile in ca. 1 ora e 10 minuti.
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Le grotte di Postumia, conosciute in tutto il mondo, custodiscono nel sottosuolo le grandiose costruzioni calcaree create in milioni di anni da una singolare artista: l’acqua del Carso. Nella parte iniziale è possibile visitare le grotte con un trenino elettrico e, grazie all' illuminazione elettrica, si possono ammirare la grandezza e la particolarità del mondo sotterraneo. La temperatura nelle grotte è costante tra gli 8° e i 10 ° C.
Distanza da Lignano km. 135, raggiungibile in automobile in ca. 1 ora e 30 minuti.
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In una cornice d'incontaminata bellezza, tra verdi boschi e maestose montagne, è adagiata Villanova delle Grotte, definita "il balcone sull'Alta Val Torre" per il suo splendido panorama. Il sottosuolo custodisce un patrimonio carsico di notevoli proporzioni ed immenso fascino: le splendide Grotte di Villanova.
Un mondo magico, celato nel cuore della terra, dove la natura ha scolpito una delle sue più grandi meraviglie. Imponenti gallerie, piccole nicchie nascoste, splendidi saloni adorni di stalattiti e stalagmiti si sono formati grazie alla paziente ed inarrestabile opera dell'acqua, durante il silenzioso trascorrere dei milioni di anni ...
Lungo il tratto turistico è possibile ammirare una grande varietà di ambienti, attraversati dal torrente interno che, con il suo mormorio, accompagna il cammino dei visitatori ...
PERCORSO TURISTICO: accessibile a chiunque, è ben illuminato e provvisto di comodi camminamenti. La visita guidata, della durata di oltre 1 ora, attraversa la "Sala del Laghetto", il "Ramo del Paradiso", la "Sala della Grande Frana", dove si può ammirare una fedele riproduzione dell' "Ursus Spelaeus", il temibile orso delle caverne. Ampie gallerie dalle forme singolari conducono i visitatori verso luoghi d'incomparabile bellezza, come lo spettacolare "Angolo dei Cristalli" e la "Sala del Gran Portone", con il suo maestoso arco naturale.
Distanza da Lignano ca. 90 km, raggiungibile in automobile in ca. 1 ora e 20 minuti.
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In una cornice d'incontaminata bellezza, tra verdi boschi e maestose montagne è adagiata Villanova delle Grotte, definita "il balcone sull'Alta Val Torre" per il suo splendido panorama. Il suo sottosuolo custodisce un patrimonio carsico di notevoli proporzioni ed immenso fascino: le splendide Grotte di Villanova.
La Grotta Nuova fu scoperta nel 1925 da alcuni abitanti di Villanova, appassionati speleologi e fondatori del Gruppo Esploratori e Lavoratori delle Grotte di Villanova, associazione senza fini di lucro che ancor oggi si occupa della sua valorizzazione. E' la più estesa "grotta di contatto" (formata da 2 diversi tipi di rocce) finora conosciuta in Europa ed è l'unica nel suo genere ad essere attrezzata per il turismo ipogeo.
PERCORSO SPELEOTURISTICO: per coloro che desiderano scoprire i segreti nascosti della Grotta Nuova, IL G.E.L.G.V. organizza durante tutto l'anno, su prenotazione, facili escursioni guidate (durata circa 5 ore) alle parti più interne della grotta, solitamente riservate agli speleologi. Il percorso si snoda dall'ingresso storico fino alla grandiosa "Sala del Trivio", dalla quale si diramano il "Ramo della Cascate" con i suoi laghetti di acqua limpida e il "Ramo dei Sifoni", dove il torrente interno scompare in misteriosi meandri. I sontuosi drappeggi del "Grande Altare", l'incredibile magnificenza della "Cripta Indiana" e della "Sala Regina Margherita", le molte particolarità geologiche e le miriadi di concrezioni che ornano le gallerie con le loro forme bizzarre affascinano i turisti che, grazie a questo tipo di visita, vivranno un'esperienza unica ed emozionante. Per info 333-2389687
Distanza da Lignano ca. 90 km, raggiungibile in automobile in ca. 1 ora e 20 minuti.
Per visualizzare la galleria delle Grotte di Villanova - Tour speleologico I° clicca
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Nel 1267, Gebardo di Wrusperg riceve il fortilizio in feudo d'abitanza per sè e per il fratello Enrico dal patriarca d'Aquileia Gregorio di Montelongo e nel 1296 il patriarca Raimondo della Torre ne rafforza le difese, assegnandolo a Volrico di Ermanno Comoretto che è chiamato de Argis. Venduto nel 1313 al Conte di Gorizia, nel 1336 viene ceduto ai Savorgnan che lo tennero per i secoli successivi. Questi lo ampliarono e potenziarono nelle difese, tanto che nel 1413 riuscì a tener testa all'assedio di Sigismondo d'Ungheria. Fino alla costruzione della fortezza di Palma(nova) (1593), il castello ebbe notevole importanza strategica, anche per la navigabilità del fiume Stella che ne lambiva le mura, utile via di comunicazione; poi decadde e al suo posto venne costruito l'attuale palazzo, che in seguito appartenne a diverse famiglie.
Di grande suggestione è il versante verso lo Stella, con la facciata sobria e lineare in mattoni rossi a vista e il bel giardino all'italiana che, delimitato da un basso muretto, conduce direttamente alle acque del fiume.
Distanza da Lignano ca. 31km., raggiungibile in automobile in ca. 34 minuti.
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Già ben prima di arrivare al centro abitato, sulla destra, si ammirerà la mole della fortezza, che si erge sulla sommità del colle. Gli studi effettuati intorno al castello hanno messo in luce come esso sia sorto su fondamenta tardoromane (VI secolo dopo Cristo), obliterate tuttavia dalla struttura attuale, risalente, con ogni probabilità al 1480, anno di un restauro citato in una lapide murata nell'atrio. Caratteristica principale dell'insieme sono le due torri, ornate con un giro di archetti pensili e unite tra loro da un corpo di fabbrica ribassato, al quale sono stati accostati ulteriori fabbricati in momenti diversi. Tranne un periodo a cavallo tra XIV e XV secolo, le sorti del maniero vennero rette ininterrottamente dalla famiglia di Montegnacco dal 1254, quando il Patriarca di Aquileia donò loro il feudo di Cassacco, fino agli inizi del Novecento.
Distanza da Lignano km. 80, raggiungibile in automobile in ca. 55 minuti.
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Il Castello di Colloredo: uno dei più celebri (anche perché fu per un certo tempo residenza di Ippolito Nievo) e meglio conservati - fino al terremoto del 1976 - dell'intero Friuli. Se, prima del sisma, l'intero complesso, costituito da una serie di edifici eretti a partire dal Cinquecento, ruotava attorno alla superba e possente torre dell'orologio, vero e proprio asse centrale dell'intera "macchina" fortificata, oggi essa è assurta a simbolo di una ricostruzione lenta, difficile, ma che caparbiamente si vuole condurre a termine. Oltre a quello della torre, si è già concluso il restauro dell'ala ovest, proprietà della Comunità collinare, mentre rimangono allo stato di rovina tutte le strutture dell'ala est e purtroppo sono stati recuperati solo una minima parte dei pregevoli stucchi e affreschi ideati da Giovanni da Udine, celebre pittore e decoratore allievo di Raffaello.
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Il Castello di Duino e’ una dimora storica tutt’ora abitata dai principi della Torre e Tasso (Thurn und Taxis).
Dal 2003, inoltre, è una delle mete del circuito ’’Grandi Giardini Italiani’’.
Storia e leggenda hanno contribuito a formare l’indiscussa fama del Castello o, per meglio dire, dei Castelli di Duino. I due castelli di Duino sorgono nell’omonimo villaggio posto tra Monfalcone e Trieste; il vecchio, che secondo la tradizione era dedicato al culto del dio Sole e che conserva ancora imponenti rovine a strapiombo sul mare; il nuovo, l’attuale dimora dei Principi della Torre e Tasso (von Thurn und Taxis), e’ stato costruito nei primi decenni del 1400, attorno alla torre quadrangolare di un avamposto romano.
Al primo Castello, eretto su un aspro promontorio, e’ legata la leggenda della ’’dama bianca’’, ispirata da una roccia candida che, vista dal mare, sembra una figura femminile avvolta in un lungo velo, e che narra di un sovrano malvagio che getto’ la sua sposa da uno strapiombo e il cielo, impietosito dalle grida della malcapitata, la trasformo’ in pietra prima che toccasse l’acqua.
Il nuovo Castello, ultimato nei primi anni del 1400 dai Walsee, successori dei Duinati, era stato concepito con criteri assai piu’ generosi di quelli usati per il precedente. Era stato scelto un alto promontorio a picco sul mare nei pressi dei resti di una grande torre romana, alla base della quale si ritrovera’ una lapide che ricorda Diocleziano. Il nuovo castello risulto’ molto piu’ grande, munito e imperniato intorno alla vecchia torre romana fatta restaurare. Dell’originaria dimora del Walsee ora rimangono oltre alla suddetta torre quadrangolare, le fondamenta e qualche tratto di muro. Gia’ nel 1639 il castello era stato quasi completamente rinnovato dopo un sopralluogo effettuato dall’ingegnere militare Pieroni, per conto dell’imperatore Ferdinando III, il quale desiderava provvedere alla sicurezza della zona, preoccupato dalla minaccia delle incursioni turche. E’ di un periodo poco posteriore una stampa che rappresenta Duino circoscritto da due gironi di mura merlate, rinforzate da torri quadrate. Il complesso degli edifici interni ha pressappoco la stessa disposizione dell’attuale. In quel tempo anche il piccolo borgo, che si era sviluppato ai piedi del castello, era circondato da mura.
Distanza da Lignano km. 80, raggiungibile in automobile in ca. 55 minuti.
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Villa Codroipa, poi Rota, attualmente proprietà dei duchi Badoglio, si erge sul sito d'un castello forse identificabile con il medievale Castellutto. La prima traccia storica risale al 1258, anno in cui Corrado e Rodolfo di Savorgnano restituirono al patriarca Gregorio di Montelongo "castrum et villam inferiorem de Flambro". Alla fine del secolo XIII si trova cenno d'una investitura patriarcale ad Ermanno d'Orensperch; nel secolo XV, il feudo, passato sotto la giurisdizione dei conti di Gorizia, fu da questi affidato ai signori di Codroipo, divenendo poi un contestato avamposto imperiale in territorio veneto.
L'attuale fabbricato, sviluppatosi attraverso diverse stratificazioni architettoniche, evidenzia le caratteristiche tipiche dell'evoluzione da fortilizio a villa settecentesca; ancora oggi, alcuni importanti elementi architettonici, quali la torre-porta ed i fossati, sono da considerarsi le testimonianze dell'antica struttura fortificata. La villa è circondata da un ampio parco all'inglese, mirabilmente solcato da cristalline acque di sorgiva, la cui prima sistemazione potrebbe risalire ai primi anni di questo secolo.
Distanza da Lignano ca. 30 km., raggiungibile in automobile in ca. 32 minuti.
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Piccolo borgo rurale di Fontanabona, il cui nome deriva dalla sorgente che sgorga nella piazzetta centrale. Il paese è dominato dal castello di origine medievale (poi rimaneggiato nel corso del tardo XVIII secolo) e dal suo splendido giardino, caratterizzato dalla presenza di piante rare e secolari, tra le quali spicca l'enorme tuja dalle fronde a capanna, visibile proprio davanti all'edificio che ospita l'azienda agricola. Le prime notizie relative all'abitato risalgono con ogni probabilità al X secolo, ma di certo in un documento del 1196 è citato Corrado di Guttenbrunnen (traduzione tedesca di Fontanabona), membro della locale famiglia feudataria, estintasi nel 1587. All'inizio del Seicento, il maniero e le terre circostanti vennero vendute da Venezia al cardinale Francesco Mantica, i cui discendenti mantennero la proprietà fino al 1819. Dal 1969 il castello appartiene alla Regione Friuli Venezia Giulia a seguito della donazione di Raimondo Capsoni de Rinoldi.
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IL CASTELLO, SIMBOLO DELLA CITTA'.
Ricco di fascino, il Castello sorge tra le mura dell'antico borgo, quello che le fonti medievali citano come terra superiore, in cui si svolgevano le funzioni amministrative e giudiziarie della Contea. Il maniero, che oggi è possibile visitare, cambiò più volte aspetto nel corso della sua lunga storia: durante la Prima Guerra mondiale fu semidistrutto e ricostruito negli Anni Trenta tenendo conto di antiche documentazioni ed elementi architettonici medievali, restituendo così all'edificio la pianta pentagonale e l'aspetto complessivo che lo caratterizzavano nel XVI secolo.
Il cuore del Castello è la bella Corte dei Lanzi, nella quale rimangono ancora evidenti le fondamenta dell'alta torre centrale che fu demolita nel corso del Cinquecento perché troppo vulnerabile alle artiglierie. Da qui sono visibili il duecentesco Palazzetto dei Conti e il Palazzo degli Stati Provinciali risalente al XV secolo mentre del XVI-XVII secolo è il cosiddetto Palazzetto Veneto che raccorda i due corpi principali. I Lanzi, ovvero le guardie armate, prestavano servizio proprio nel punto in cui il cortile si restringe, a settentrione accanto alla Porta detta di Salcano.
Il Castello di Gorizia si presenta quale affascinante dimora di principi: al piano terra trovano posto la piccola sala da pranzo e la cucina arredate con tavoli e credenze d'epoca completi di stoviglie tardomedievali; caratteristico il focolare con i tipici elementi in ferro battuto. Sempre al piano terra il suggestivo ambiente delle Carceri. Al piano nobile si trovano la Sala del Conte, oggi adibita a convegni ed incontri e il Salone degli Stati Provinciali, certamente il più suggestivo ambiente del Castello. Questa grande sala, sulla quale si affaccia un grazioso ballatoio in legno e che conserva ancora tracce di preziosi affreschi e uno spettacolare soffitto a cassettoni, ospita importanti mostre temporanee.
Al secondo piano del Palazzetto dei Conti, oltre alla raccolta cappella palatina dedicata a San Bartolomeo nella quale sono conservate importanti tele di scuola veneta e tracce di affreschi cinquecenteschi, si trova il cosiddetto Granaio, interessante sala didattica di questo Museo del medioevo goriziano completa di modernissime stazioni multimediali interattive. E' percorrendo il Cammino di Ronda che si può ammirare un panorama unico per la sua bellezza.
Distanza da Lignano ca. km. 65, raggiungibile in automobile in ca. 50 minuti
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Alcuni chilometri piu’ avanti rispetto all’entrata nella Grotta di Postumia (Slovenia), si trova il Castello di Predjama che pende letteralmente da una parete rocciosa alta 123m; in un certo modo esso e’ superbamente semplice, inespugnabile, pieno di inflessibilita’.
La fortificazione ha assunto l’aspetto attuale appena alla fine del XVI secolo, sebbene in base alla documentazione la sua storia medievale risale almeno all’anno 1201. Anche senza lavorare molto di fantasia si puo’ riconoscere che il castello era fatto apposta per qualche caparbio e ribelle cavaliere. Infatti gli fu affibbiata la storia fortemente romantica e bella di un signore brigante, il cavaliere Erasmo. Ancora oggi la galleria di Erasmo, aperta non molto tempo fa, ci ricorda questa leggenda.
E’ possibile visitarne gli interni, un viaggio nel tempo che si snoda su quattro piani, tra stanze, saloni, cappelle, soffitte, pertugi, e inquietanti statue di cera che riempiono alcuni ambienti riproponendo scene di vita del tempo.
Distanza da Lignano km. 132, raggiungibile in automobile in ca. 1 ora e 28 minuti.
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Il locale castello, del quale rimangono il torrione e parte della cinta muraria, fu certamente fondato in tempi remoti, in quanto ne parlano sia Paolo Diacono, riferendosi a due occupazioni del Friuli da parte degli Avari (610 e 693), sia Venanzio Fortunato all'inizio dell'XI secolo. Guerre e assedi lo videro protagonista, ma costarono molto alla struttura, se, nel 1567, Girolamo di Porcia - al cui casato Venezia aveva donato il feudo - lo descriveva già così: «Ragogna castello rovinato; vi sono però reliquie di molte torri, casette dei contadini, la chiesa ed una torre ov'è la stanza dei signori». E forse è stata proprio questa sorta di lamento del castellano per il miserando stato in cui versavano le sue proprietà a spingere oggi la comunità a raccogliere in un piccolo museo i manufatti provenienti dagli scavi condotti sia intorno al castello, sia nelle zone circostanti (l'esposizione ha sede presso il Centro Culturale del Comune, in località San Giacomo).
Distanza da Lignano km. 67, raggiungibile in automibile in ca. 1 ora e 10 minuti .
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Il complesso monumentale è uno tra i meglio conservati dell'intero territorio regionale, pur mantenendo intatta la "stratificazione" architettonica e decorativa, che permette di osservare, da un lato, le bifore tardoromaniche dei piani superiori del mastio e, dall'altro, le briose decorazioni ad affresco della sala da pranzo, prodotte nel XVIII secolo dal padovano Andrea Urbani.
Distanza da Lignano km. 61, raggiungibile in automibile in ca. 1 ora e 5 minuti
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Documentato almeno dal 1274 come "Castrum Zazilet", ma con ogni probabilità molto più antico, il castello di Saciletto, posto a controllo dell'antica via che da Aquileia conduceva a Cividale, per la sua posizione strategica rilevante per il dominio patriarcale nel basso Friuli, fu più volte oggetto di contesa tra il patriarca ed i conti di Gorizia. Proprio il conte di Gorizia, infatti, alleatosi con altri feudatarî quali Rizzardo da Camino, i Prampero, gli Spilimbergo, i Cucagna e gli Zuccola, l'11 novembre 1315 assaliva ed incendiava il castello che, con atto datato 11 maggio 1303, Ossalco di Saciletto aveva ceduto al patriarca Ottobono de' Razzi in cambio di altri feudi. Venuto sotto il controllo dei Porcia che dal 1335 ne tenevano la gastaldia, Saciletto risulta appartenere nel 1490 al patriarca Marco Barbo, passando solo un anno dopo, il 16 maggio 1491, a Gio.Francesco di Lucinico e a Bernardino Antonini; al 1518, e per oltre 400 anni, posseduto interamente dagli Antonini, nel 1837, alla morte del conte Alfonso, passò ai Valentinis. Il castello appare oggi restaurato secondo il gusto romantico del secolo XIX.
Distanza da Lignano ca. 56 km., raggiungibile in automobile in ca. 49 minuti.
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Il Castello, posto sull'omonimo colle, domina la citta' di Trieste: costruito nel luogo dove probabilmente gia' esisteva in epoca preromana un antico castelliere e dove furono costruiti durante il medioevo vari edifici fortificati, poi distrutti, possiede un nucleo iniziale risalente all'eta' di Federico III (1470-71) ed ampliamenti databili a momenti diversi, tra Cinque e Seicento. L'edificio non ebbe mai funzioni belliche e funse quasi esclusivamente da caserma, sede dei Capitani austriaci fino al Settecento, e deposito. Il Castello e' utilizzato a scopo turistico ed e' attrezzato ad ospitare varie manifestazioni, proiezioni di films e spettacoli teatrali all'aperto.
All'interno e' stato inoltre istituito il Civico Museo del Castello di S. Giusto, che contiene alcune interessanti opere d'arte locale ed una splendida ed esauriente collezione d'armi che deriva da i lasciti di facoltose famiglie triestine. Nei pressi del colle di San Giusto, lungo la via che dalla Cattedrale conduce al centro della città, si trovano l'Orto Lapidario e il Civico Museo di Storia ed Arte. L'Orto Lapidario conserva i reperti antichi trovati in zona e collezionati da Domenico Rossetti, e ospita anche il cenotafio (in stile neoclassico) dell'archeologo tedesco Winkelmann, morto a Trieste.
Distanza da Lignano ca. 90 km., raggiungibile in automobile in ca. 1 ora.
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Il Castello di Sopra, come il coevo ed adiacente Castello di Sotto, e' racchiuso in un delizioso borgo medievale ed immerso nella pace di un grande parco secolare, solcato da chiare acque di risorgiva. I due castelli sono tra i pochissimi che appartengono da sempre alla stessa famiglia (gli Strassoldo) che li fece edificare quasi mille anni fa e si caratterizzano come ''castelli d’acqua'' della Zona delle Risorgive della Bassa Friulana.
Distanza da Lignano ca. 49 km., raggiungibile in automobile in ca. 38 minuti.
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